#CristianiOggi: gente di speranza o gente disperata?

2024-09-18 23:56

Don Giuseppe Amato

Lettere,

#CristianiOggi: gente di speranza o gente disperata?

Quando guardo il mondo, i giovani, la realtà circostante non posso fare a meno di notare come siamo sempre più inclini a ...

Quando guardo il mondo, i giovani, la realtà circostante non posso fare a meno di notare come siamo sempre più inclini a vivere alla giornata, anzi a vivere l’attimo. Facciamo sempre meno programmi e parlare di progettualità diventa difficile.

 

Quand’eravamo bambini ci veniva spesso chiesto: “Cosa vuoi fare da grande?”, addirittura dovrei avere pure due elaborati conservati sull’argomento e non nascondo che quell’interrogativo scatenava la nostra fantasia. Si giocava per strada a impersonare quello che volevamo diventare, si guidavano trattori immaginari, si costruivano fortini, si entrava in sale operatorie allestite sui muretti e sui sedili in cemento delle villette, si organizzavano sfilate di moda con gli abiti dei grandi raccattati negli armadi e … si, nel mio caso, si faceva anche qualche processione, si costruiva un altarino e si sgranava il rosario.

 

Dietro quel piccolo mondo, di piccoli che avevano ancora tempo per diventare grandi, si nascondevano sogni, desideri, passioni, in una sola parola si costruiva speranza.

 

𝑷𝙚𝒓𝙘𝒉𝙚́ 𝙖𝒃𝙗𝒊𝙖𝒎𝙤 𝙨𝒎𝙚𝒔𝙨𝒐 𝒅𝙞 𝙨𝒑𝙚𝒓𝙖𝒓𝙚? Per alcuni di noi quei desideri sono diventati realtà, vita, futuro sperato che si è concretizzato, allora, perché pensiamo che sia vano sperare? È forse colpa dell’inesorabile scorrere del tempo, dei repentini cambiamenti di cui siamo investiti ogni giorno? Siamo diventati troppo pragmatici o cinici nei confronti della vita? Le guerre, lo spopolamento, l’invecchiamento, le malattie…, cosa sta tarpando le ali alla speranza?

 

Il cristiano è l’uomo della speranza, colui che la alimenta come la fiamma di una lampada, colui che protegge la flebile luce del lanternino di pirandelliana memoria perché non si spegna e tra ombre e sprazzi di luce ci regali frammenti di bellezza che danno pace al cuore.

La speranza ci spinge a gettare lo sguardo e il cuore verso orizzonti lontani, a pensare al futuro, a far mettere radici ai nostri desideri, ai nostri sogni.

 

L'uomo che spera ascolta la voce dello Spirito, perché Speranza e Spirito Santo sono intimamente connessi come ci ricorda San Paolo nella lettera ai Romani: "𝘓𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘱𝘰𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘥𝘦𝘭𝘶𝘥𝘦, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘋𝘪𝘰 𝘦̀ 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘢𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘪 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘪 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘦𝘻𝘻𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘚𝘱𝘪𝘳𝘪𝘵𝘰 𝘚𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘪 𝘦̀ 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘵𝘰" (𝘙𝘮 5,5).

Se per la vita futura saremo chiamati a rendere a Dio conto del nostro amore "𝘈𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘴𝘢𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘨𝘪𝘶𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪 𝘴𝘶𝘭𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦" (𝘎𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘳𝘰𝘤𝘦), per la vita presente siamo chiamati a rendere conto al mondo della nostra speranza: "𝘚𝘪𝘢𝘵𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘯𝘵𝘪 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘷𝘪 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥𝘪 𝘳𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘦̀ 𝘪𝘯 𝘷𝘰𝘪" (1𝘗𝘵 3,15).

 

Ecco perché ho scelto come tema della III Settimana della fede “#𝗖𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗮𝗻𝗶𝗢𝗴𝗴𝗶: 𝗴𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗼 𝗴𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗮?”, per riflettere insieme sulla necessità di tornare a sperare, di riscoprire la Grazia che ci pone nel mondo come sentinelle di speranza.

La Settimana della fede è un’occasione di condivisione, di ascolto, di confronto. Saremo guidati da voci autorevoli che hanno accettato il nostro invito e che saranno una preziosa risorsa per la nostra formazione.

 

Nei prossimi giorni impareremo a conoscere i protagonisti e aggiungeremo altri tasselli a questa iniziativa che già alla sua III edizione riscuote tanto interesse e suscita molte aspettative.